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Massime e motti latini


321) Quirecipit, tenetur etiamsi sine culpa eius res periit, vel damnum datum est.
Chi riceveuna cosa resta obbligato, anche se la cosa stessa sia perita, o si siaverificato un danno, senza sua colpa.


322) Qui sediudicis incopetentis iurisdictioni semel, illus iurisdictionem agnoscerevidetur.
Colui chesi sia assoggettato una sola volta (alla prima udienza) alla giurisdizionedi un giudice incompetente, dimostra di riconoscerne la competenza.


323) Quitacet non utique fatetur; sed tamen verum est eum non negare.
Chi tacenon sempre confessa; però è pur vero che non nega.


324) Quid dulcius quam habere, quicum omnia audeas sic loqui ut tecum?
Cosa c'è di più dolce che avere qualcuno con cui parlare cosìcome con se stessi? (Cicerone, De Amicitia)


325) Quiscustodiet ipsos / custodes?
Chisorveglierà i sorveglianti? (Giovenale)


326) Quodnon est in actis non est in mundo.
Ciò chenon è negli atti (processuali) non esiste.


327) Quodscripsi, scripsi.
Quello cheho scritto, ho scritto. (Giovanni)


328) Quod sine die debetur, statim debetur.
Ciò cheè dovuto senza una data è dovuto immediatamente.


329) Quod tues ego fui, quod ego sum et tu eris.
Quel chetu sei, anch'io lo fui, quel che io sono, anche tu lo sarai. (iscrizionedi Fano)


330) Quosego...
A voiio... (Eneide)


331) Quotservi, tot hostes.
Tantiservi, tanti nemici. (proverbio)


332) Quumvia publica fluminis impetu vel ruina amissa est, vicinus proximus viampraestare debet.
Quando lastrada pubblica sia scomparsa per la piena di un fiume, o per una frana,il vicino più prossimo deve concedere il passaggio.


333) Recognitionil dat novi
Laricognizione non attribuisce un nuovo diritto.


334) Referens,sine relato, non probat.
L'affermazionedi qualcuno il quale si riferisca a ciò che dice un altro, in assenza diquesti che possa confermarla, non costituisce una valida prova.


335) Rem in bonis nostris habere intelligimur, quotiespossidentes exceptionem, aut amittentes ad recuperandam eam actionemhabemus
Intendiamoche abbiamo una cosa fra i nostri beni tutte le volte che, se ne siamopossessori, possiamo contestare il contrario, ovvero, avendola perduta,disponiamo di un'azione per poterla recuperare.


336) Remtene, verba sequentur
Siipadrone dell'argomento, le parole seguiranno. (Catone)


337) Remtene, verba sequentur.
Tienistretto il concetto: le parole saranno una conseguenza. (Catone)


338) Remtene, verba sequentur.
Possiedi icontenuti, le parole seguiranno. (Catone)


339) Res estsolliciti plena timoris amor.
L'amore ècosa piena di ansioso timore (Ovidio)


340) Resiudicata facit de albo nigrum, originem creat, aequat quadrata rotundis,naturalia sanguinis vincula et falsum in verum mutat
Unasentenza passata in giudicato cambia il bianco in nero, stabilisce unpunto di partenza, eguaglia le cose quadrate a quelle rotonde, trasforma ivincoli di sangue naturali e il falso in vero.


341) Resnullius
Una cosadi nessuno


342) Ridentemdecere verum, quid vetat?
All'iniziodelle Satire, Orazio esordisce chiedendosi: "Cosa proibisce di direla verità scherzando?" (Orazio, Satire, 1,1,24 s.


343) Rideoadvocatum qui patrono egeat.
Mi faridere l'avvocato che ha bisogno di un difensore. (San Girolamo)


344) Rumoresfuge, ne incipias novus auctor haberi: / nam nulli tacuisse nocet, nocetesse locatum.
Fuggi lechiacchere, per non essere reputato un loro fomentatore: a nessuno nuoceaver taciuto, nuoce aver parlato. (Catone)


345) Sacrificiumintellectus.
Sacrificiodell'intelligenza.


346) Saepeest etiam sub palliolo sordido sapientia
Anchesotto una sordida veste spesso sta la sapienza. (Cecilio Stazio, inCicerone, Tusc. quaest., 3, 23, 56)


347) Saevitiain bruta est tirocinium crudelitatis in homines
Le seviziesugli animali sono tirocinio di crudeltà verso gli uomini.


348) Sapereaude.
Abbi ilcoraggio di comportarti saggiamente. (Orazio, Epistole, I, 2, 40)


349) Sapiens fingit fortunamsibi.
Il saggio si plasma la fortunada solo. (Plauto)


350) Satcito si sat bene.
E'abbastanza presto, se è fatto abbastanza bene. (Catone)


351) Satiate sanguine, quem sitisti.
Saziati disangue, come assetato ne fosti. (ovvero, se hai percorso una strada, subiscine le conseguenze).


352) Sedulocuravi humanas actiones non ridere, non lugere, neque detestari, sedintelligere.
Hoassiduamente cercato di imparare a non ridere delle azioni degli uomini, anon piangerne, a non odiarle, ma a comprenderle. (Spinoza, Trattatopolitico)


353) Semelheres, semper heres.
Una voltaerede, sempre erede.


354) Semelin anno lecit insanire.
Una voltaall'anno è lecito impazzire.


355) Semperavarus eget.
L'avaro èsempre nel bisogno. (Orazio)


356) Senectus, quam ut adipiscantur omnes optant, eandemaccusant adepti.
Lavecchiaia, che tutti si augurano di raggiungere, ma poi criticano dopoaverla raggiunta. (Cicerone)


357) Servitusest qualitas rei imposita, qua quis ius suum deminuit, alterius auxit
La servitùè una condizione imposta a un bene, per effetto della quale una personavede il proprio diritto scemare, mentre un'altra vede il proprio dirittoaumentare.


358) Sex horis dormire sat est juvenique, senique; septemvix pigro, nulli concedimus octo
Sei ore disonno bastano al giovane e al vecchio; a stento ne concediamo setteal pigro, otto a nessuno.


359) Siabsis uspiam / aut ibi si cesses, evenire ea satius est / quae in te uxordicit et quae in animo cogitat / irata quam illa quae parentes propitii.
Se sei daqualche parte lontano e ritardi, è meglio che ti capiti ciò che dicecontro di te e pensa in se stessa tua moglie irata che ciò che temono ituoi affettuosi genitori. (Terenzio)


360) Siparva licet componere magnis.
Se èlecito paragonare le piccole cose alla grandi.



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