La crisi del diritto comune
Alla fine del XVII secolo il diritto comune entra in crisi: l’esigenza di certezza, di avere un diritto unico e ben coordinato, rimane molto sentita. C’è la convinzione che il sistema giurisprudenziale non funzioni più, dunque viene sostituito dall’intervento statale: serve l’autorità dello stato per eliminare dubbi ed incertezze. I giuristi non sono più rispettati e c’è un deterioramento nel rapporto con il ceto giuridico, perché col passare del tempo quella che era una sorgente per una pluralità di fonti degenera in un particolarismo di fonti, in un frammentarismo di diritto.
In ogni stato europeo però si mirava da tempo a lavorare sulla certezza del diritto e sulla sua unificazione.
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