Delinquente abituale
Diritto Penale, definizione di: Delinquente abituale
Delinquente abituale La abitualità criminosa indica la qualità personale dell’individuo che, con la sua persistente attività criminosa, dimo-stra una notevole attitudine a commettere reati. L’abitualità presunta ricorre quando trattasi di persona: a) che è stata condannata alla reclusio-ne in misura superiore complessivamente a cinque anni per almeno tre delitti non colposi, della stessa indole e commessi non contestual-mente, entro dieci anni; b) che riporta altra con-danna per un delitto non colposo, della stessa indole e commesso entro dieci anni successivi all’ultimo dei delitti precedenti. L’abitualità ri-tenuta dal giudice si ha quando: a) il reo sia sta-to condannato per due delitti non colposi; b) riporti un’altra condanna per delitto non colpo-so; c) il giudice, tenuto conto della specie e gra-vità dei reati, del tempo entro il quale sono stati commessi, della condotta e del genere di vita del colpevole e delle altre circostanze indicate nel capoverso dell’art. 133, ritenga che il colpe-vole “è dedito al delitto”. Il codice prevede an-che l’abitualità nelle contravvenzioni che, non mai presunta, deve essere sempre accertata dal giudice. Essa ricorre quando: a) il reo sia stato condannato alla pena dell’arresto per tre con-travvenzioni della stessa indole; b) riporti con-danna per un’altra contravvenzione della stessa indole; c) il giudice, tenuto conto della specie e gravità dei reati, del tempo entro il quale sono stati commessi, della condotta e del genere di vita del colpevole e delle altre circostanze indi-cate nel capoverso dell’art. 133/2, ritenga che il colpevole sia dedito al reato.
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