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L'aspetto macroeconomico

La teoria normativa della politica economica, Identificazione degli obiettivi da perseguire

economia L’aspetto macroeconomico dell’intervento pubblico nell’economia nasce da Keynes (le cui idee sono state dominanti per tutti gli anni ’50 e ‘60), il quale credeva nell’utilità di un intervento statale a sostegno del mercato, per garantire una maggiore equità sociale e per sostenere la domanda quando essa è carente.

I “problemi” affrontati dalla macroeconomia sono i seguenti:
 la disoccupazione, che è un problema di breve periodo;
 l’inflazione, che è un problema di breve periodo;
 gli squilibri della bilancia dei pagamenti, che è un problema di breve periodo;
 la crescita economica e il sottosviluppo, che sono di lungo periodo.

La teoria normativa della politica economica (di Tinbergen)

La teoria normativa della politica economica descrive come l’autorità pubblica avrebbe dovuto agire nell’economia, ed è composta da 3 elementi fondamentali:
• identificazione degli “obiettivi” da perseguire;
• individuazione degli “strumenti” da utilizzare, che di solito hanno però dei vincoli all’applicazione;
• utilizzazione del “modello macroeconomico di riferimento”, che descrive il funzionamento del sistema economico (ossia il legame esistente tra obiettivi e strumenti) e, quindi, il meccanismo di influenza del sistema (ES: il modello IS-LM).

Identificazione degli obiettivi da perseguire

Gli obiettivi da perseguire sono decisi dall’autorità di politica economica e dovrebbero rispettare le preferenze degli elettori (in democrazie), oltre a dover risolvere i problemi macroeconomici di cui sopra. Gli obiettivi sono di 2 tipi:
a) “fissi”, ossia dei valori prefissati che le variabili devono raggiungere grazie alla politica economica (ES: u = u*, se si fissa un tasso di disoccupazione, oppure π = π*, se si fissa l’inflazione). Gli obiettivi previsti nel modello di Tinbergen sono di questo tipo;
“flessibili”, ossia viene fissata una “funzione di benessere sociale”, che rappresenta le preferenze della collettività riguardo alle variabili macroeconomiche (u e π) e che è simile alla funzione di utilità.

Individuazione degli strumenti (o politiche) da utilizzare

Per esser considerata uno strumento di politica economica, una variabile deve avere 3 caratteristiche:
1) “controllabilità” da parte dell’autorità di politica economica, che deve poterne determinare il valore;
2) “efficacia”, ossia deve poter agire sull’obiettivo preposto;
3) se ci sono più strumenti, essi devono essere “distinti”, ossia “separati e indipendenti”.

Le politiche che si possono utilizzare sono di 2 tipi:
 “politiche quantitative”, con cui si modifica l’ammontare di una variabile-strumento;
 “politiche qualitative”, con cui si introducono nuovi strumenti.
Inoltre, gli strumenti possono dividersi in:
- “strumenti di controllo diretto”, se viene imposto un certo comportamento (come ad esempio un “contingentamento”, con cui si fissa il quantitativo massimo che si può importare di determinati beni);
- “strumenti di controllo indiretto”, se si inducono gli operatori ad adottare un certo comportamento (ad esempio, il “dazio”, che è una tassa sulle importazioni).

Infine, in un sistema ci possono essere:
 “misure discrezionali”, qualora gli strumenti siano manovrati a discrezione dell’autorità monetaria;
 “regole automatiche”, che sono prefissate (ES: la “stabilizzazione automatica” derivante dalle imposte sul reddito in forma progressiva).

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